Smartworking: i punti critici….

Un gruppo di donne che effettuano smatworking  è stato considerato da uno studio  (Ghislieri , Colombo, 2014) che ne ha individuato alcuni  punti critici quali:

  • il rischio di lavorare  molto oltre l’orario stabilito ;
  • la presenza della famiglia e dei bambini in particolare non permette spesso una continuità e un’attenzione continuativa :le interruzioni ci affaticano (mentre finisco col lavoro metto il cibo in forno, faccio partire la lavastoviglie,ecc ;
  • purtroppo ancora sia in famiglia che dal punto di vista del datore di lavoro lo smart working continua a essere di sovente visto  come un lavoro di serie B ;
  • la fatica di star dietro ai figli mentre si lavora a casa (mi dai una mano con il compito di matematica, mi ascolti ripetere storia, ecc)
  •  spesso non siamo ancora attrezzati per lavorare on line agilmente: le connessioni si interrompono, la linea è sovraccarica, dobbiamo spegnere la telecamera, ecc);
  • il lavoro non è costituito solo dai contenuti prodotti, ma anche dalle relazioni che si instaurano sul posto di lavoro.  Le relazioni non sono solo utili da un punto di vista psico emotivo ma costituiscono quel plusvalore che fa di un  insieme di persone che lavorano nello stesso spazio un gruppo di lavoro, un team, una squadra .

Allo stesso tempo , i questo momento particolare di restrizioni dovute al covid19 lo smartworking può costituire, se ben organizzato e gestito, un’opportunità di lavoro che tutela il lavoratore  e regala tempi maggiori strappati agli spostamenti casa-lavoro.

smart-working da casa

BAMBINI IN QUARANTENA: CHE FARE?

Vi propongo un’idea del Mart di Trento ispirata alla Crystal Cities di Rob Dunlavey.KRISTAL CITIES DUNLAVEY

 

VILLAGGI DI CARTA

Oggi ti proponiamo la costruzione di un villaggio in miniatura, fatto con una sagoma autoportante di cartone: uno scenario perfetto per i tuoi giochi!
Per crearlo ci siamo ispirati, come sempre, al lavoro degli artisti.
Scopri di chi si tratta e come prendere esempio dalle loro creazioni.

Questo disegno è una delle Crystal Cities dell’illustratore americano Rob Dunlavey, che ha dedicato al tema delle “città di cristallo” uno dei suoi album di schizzi. Dopo aver disegnato città trasparenti dalle infinite forme e colori, Rob ha anche costruito alcuni modellini tridimensionali ai quali ci siamo ispirati per i nostri Villaggi di carta.
Ecco cosa ti serve per cominciare: un pezzo di cartone abbastanza grande (40-60 cm di larghezza per 25-35 di altezza) sul quale disegnare la sagoma di uno skyline stilizzato. Dai forme e altezze diverse ai tetti dei vari edifici, in modo da ottenere un profilo abbastanza mosso. Fatti aiutare da un adulto a ritagliare la sagoma.
Dipingi la sagoma con tempera bianca. Puoi usare un rullo o un pennello largo, l’importante è applicare uno strato sottile, senza bagnare troppo il cartone che altrimenti potrebbe deformarsi. Una volta asciutto, dipingi anche l’altro lato.
Per decorare i due lati della sagoma ti serviranno  pennarelli (meglio se a punta grossa), evidenziatori, forbici e colla, carte colorate e da pacco, nastri adesivi colorati (se ne hai).
Comincia a disegnare su un lato della sagoma ispirandoti agli intrecci di linee delle Crystal Cities di Rob Dunlavey. Lo sfondo bianco farà risaltare i colori dei pennarelli. Ti consigliamo di disegnare le linee principali…
… per poi arricchirle di dettagli: la forma delle finestre, le tegole del tetto, colonne, tendaggi e altri elementi decorativi.
Quando hai finito il disegno, traccia con matita e righello due linee rette che partono dai punti più bassi della linea dei tetti (dove si incontrano due edifici) e scendono perpendicolarmente alla base del cartone. Scegli due punti abbastanza distanti tra loro, una a sinistra e uno a destra. Fatti aiutare da un adulto a incidere leggermente il cartone lungo le due linee, facendo attenzione a non andare troppo in profondità altrimenti il cartone si taglierà. Piega il cartone verso il lato non inciso. Ora volta la sagoma e traccia una terza linea che dovrà trovarsi tra le prime due. Incidi anche quella e piega il cartone in senso contrario alle prime due pieghe. In tal modo, la sagoma assumerà una forma a zig zag che la farà stare in piedi da sola.
… altrimenti aggiungi dei dettagli disegnandoli con un pennarello nero a punta grossa (meglio ancora un marcatore).
Una volta finito, trova un posto per il tuo villaggio di carta.
Puoi anche usarlo per giocare in giardino, purché l’erba del prato sia abbastanza asciutta: non dimenticare che il cartone si inzuppa!Buon divertimento!

ADOLESCENTI IN QUARANTENA: cosa fare?

In questa fase possono diventare il punto di riferimento di adulti e anziani che richiedono e apprezzano il loro know how tecnologico. 

Possiamo :

  • aiutare i ragazzi/e a stabilire uno scambio digitale con i nonni e i più anziani
  • farci aiutare a fare la spesa on line
  • farci insegnare a trovare modi per restare in contatto con i parenti lontani
  • a organizzare pranzi in “videocall”
  • insegnarci a utilizzare i social per tener vive le relazioni, a tener viva in modo virtuale la nostra rete di relazioni partendo da come fanno loro (Instagram in testa) a mantenerle. Apriamo una finestra sul loro modo di guardare al mondo, anche al nostro.
  • chiediamo loro consigli su attività da fare insieme la sera o pomeriggio dopo cena (giochi da tavolo ma anche tecnologici, attività di movimento, esercizi sportivi ) che loro riescono a recuperare facilmente via net
  • utilizziamo il tema della tecnologia e dei social come ponte di comunicazione con loro
  • facciamoci mostrare video, musica con i quali loro hanno pratica quotidiana
  • chiediamo loro consiglio su come utilizzano la tecnologia: ci permetterà di aprire una porta su un mondo, il loro da sempre , che difficilmente potremmo aprire diversamente.

Può aiutare a farli sentire utili e importanti, a dar loro un loro ruolo e rafforzare l’autostima.

Aiuta a migliorare la comunicazione e ridurre o gestire i conflitti all ‘interno del sistema familiare traghettandolo verso un gruppo che condivide affetti,pensieri, emozioni..

Spesso ci capita di chiederci come aiutarli a passare dall’infanzia all’adolescenza perchè sembra fatichino a ritagliarsi un posto nel mondo. Un mondo dove a volte fanno fatica a sentirsi a casa , a sentirlo proprio.

Bene, in questa fase di restrizioni possiamo valorizzare le loro capacità di gestire tecnologia e social per alleggerire la situazione e allo stesso tempo farli sentire utili , d’aiuto ai familiari con cui condividono la vita.

In questo momento tener vivi i contatti e la rete relazionale utilizzando gli strumenti tecnologici che i nostri ragazzi/e padroneggiano così bene ci aiuta a migliorare la nostra resilienza.

Come parlare ai bambini del coronavirus:

  1. Fare domande semplici e ASCOLTARE cercando di capire cosa già sa o immagina
  2. Incoraggialo/a a parlare
  3. Sii sincero/a spiegando con un linguaggio da bambino la situazione
  4. Rassicuralo/a: fallo/a sentire al sicuro
  5. Insegna le REGOLE per proteggersi
  6. assicurati con non sia preso/a di mira dai compagni/e
  7. Insegna come  mantenersi  in comunicazione con i suoi amici
  8. insegna come può cercare ed esprimere la sua richiesta di AIUTO
  9. aiutalo/a PRENDERSI CURA DI SE’
  10. con cura e attenzione chiudi la conversazione manifestando la tua disponibilità all’ascolto

Memorizzare

Sviluppare capacità e abilità di RICORDARE

– ripetere

– autointerrogarsi

– costruire modelli e schemi mentali

– fare collegamenti

– usare mnemotecniche  (rime,acronimi, categorizzazioni, associazioni fonetiche e visive)

FORMARE IMMAGINI MENTALI DEI TERMINI CONCRETI: individuare i termini concreti e tradurli in immagini mentali e grafiche

– Concretizzare

Come memorizzare….

Distanza intima

A proposito di regolazione  e comunicazione dell’intimità, vorrei introdurre alcuni concetti che mi paiono di una certa rilevanza di questi tempi. Incominciamo da cosa intendiamo per distanza intima:

La distanza intima , definita tra i 15 e 45 centimetri, è quella in cui vediamo quasi solo la faccia del nostro interlocutore, è quella che usiamo nei rapporti personali più stretti e nei momenti di maggiore vicinanza anche psicologica . Anche il tatto e l’olfatto ,a questa distanza, possono servire alla comunicazione.  Si può parlare sottovoce o all’orecchio. In alcune culture è sconveniente tenerla in pubblico

Vivere consapevolmente

Bisogna avere l’audacia di vivere consapevolmente anche la propria Ombra , sapendo che in tal modo un’esistenza è più completa e più ricca di quanto lo sarebbe nel rispetto delle regole collettive, che sono strutturate in modo tale da neutralizzare la dimensione più segreta, più specifica di un individuo. Se non si accetta e non si realizza la propria completezza, si commette un vero e proprio peccato verso se stessi, un peccato che non potrà mai esser perdonato. La domanda fondamentale che dovremmo porci per fare un  bilancio della nostra esistenza è:

” Ho vissuto come realmente ero?” Se non posso rispondere di “sì”, in realtà non ho vissuto, perché ho mutuato una modalità di esistenza non mia. Mai come in questo caso “il fatto che sia morto non significa che sia vissuto” (Lec Pensieri spettinati).

(Carotenuto A. )

psicologa a bologna gabriella castagnoli