Franca Tecchi CNR ci parla del funzionamento del nostro cervello
Categoria: PER SAPERNE DI PIU’: LIBRI,FILM, E….
FRATTALI
La natura produce molti esempi di forme molto simili ai frattali. Ad esempio in un albero, soprattutto nell’abete, ogni ramo è approssimativamente simile all’intero albero e ogni rametto è a sua volta simile al proprio ramo e così via; è anche possibile notare fenomeni di auto-similarità nella forma di una costa: con immagini riprese da satellite man mano sempre più grandi si può notare che la struttura generale di golfi più o meno dentellati mostra molte componenti che, se non identiche all’originale, gli assomigliano comunque molto. Frattali sono presenti anche nel profilo geomorfologico delle montagne, nelle nubi, nei cristalli di ghiaccio, in alcune foglie e fiori. Secondo Mandelbrot, le relazioni fra frattali e natura sono più profonde di quanto si creda.
«Si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrispondenze con la struttura della mente umana, è per questo che la gente li trova così familiari. Questa familiarità è ancora un mistero e più si approfondisce l’argomento più il mistero aumenta» |
(Benoît Mandelbrot) |
Anziani e Truffe
Il Comune di Bologna con CISL,CGIL,UIL Pensionati ,Associazioni Anteas, Rivivere, S. Bernardo ha attivato un progetto di CONSIGLI, NUMERI UTILI, SERVIZI e SUPPORTO PSICOLOGICO per contrastare le truffe agli anziani, anche on line in crescita in quest’ultimo periodo di covid .
L’area Supporto Psicologico sarà curata da me per Associazione Anteas e dalla dr.ssa Bonarelli, per Associazione Rivivere.
Di seguito alcune informazioni utili per fruire i servizi

Anziani e Truffe
Il Comune di Bologna con CISL,CGIL,UIL Pensionati ,Associazioni Anteas, Rivivere, S. Bernardo ha attivato un progetto di CONSIGLI, NUMERI UTILI, SERVIZI e SUPPORTO PSICOLOGICO per contrastare le truffe agli anziani, anche on line in crescita in quest’ultimo periodo di covid .
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La Lettura: Tecniche
impara a fare l’anticipazione, mediante la quale si forma un’ipotesi da verificare.
° riporta rapidamente alla consapevolezza le conoscenze pre-esistenti sull’argomento specifico.
° orienta l’attenzione verso quel dato testo e argomento.
° da’ una motivazione alla lettura.
° concentrati rapidamente
° ripassa velocemente le informazioni già in suo possesso, relativamente a quel dato argomento

° programma per capire.
° tieni distinto ciò che conosci già da ciò che apprenderai
° favorisci l’integrazione fra cultura pre-esistente e nuovo apprendimento.
° agevola il fluire di idee, collegamenti e aggregazione fra i concetti.
° poniti dei quesiti prima, per evitare di confondersi durante o a fine lettura, e inizia a prepararti un determinato schema
mentale.
° impara a fare il pre-esame, mediante il quale individua cosa leggere in un testo e se è il caso di leggerlo.
° distingui i punti e i concetti più importanti da leggere e distingui in quali zone del testo sono raccolte le argomentazioni principali.
°determina dove variare la velocità di lettura in rapporto alle difficoltà presenti in quel determinato scritto.
Le mnemotecniche: in che modo migliorano la memoria
Le mnemotecniche sono delle strategie mentali che favoriscono la memorizzazione di nomi, numeri, azioni da compiere e singole informazioni.

Tutte le volte in cui facciamo qualcosa di deliberato per irrobustire il ricordo mettiamo in atto delle strategie di memoria: facciamo un uso strategico della memoria compiendo operazioni attive intelligenti. Le mnemotecniche sono tecniche di memoria volte alla memorizzazione e che facilitano l’immagazzinamento e recupero di informazioni.
Le mnemotecniche: i metodi per migliorare il ricordo
Esistono numerosi modi in cui può essere elaborato il materiale che voglio ricordare, ma è poco probabile che la semplice intenzione di ricordare ci sia di aiuto, poiché l’uso passivo, meccanico e ripetitivo della memoria, senza sfruttarne la potenzialità strategica, favorisce poco l’elaborazione efficace del materiale da ricordare.
Specifici compiti di memoria possono essere risolti usando strategie interne (mnemotecniche) o strategie esterne (prendere appunti, usare sveglie e il famoso nodo al fazzoletto).
In base al tipo e alla quantità di informazione da memorizzare è possibile categorizzare i differenti metodi in tre gruppi:
1) metodi che migliorano il ricordo di singoli item: il metodo dei loci, la creazione di immagini mentali, il metodo dei link, il peg-system, la categorizzazione e prendere appunti;
2) metodi che migliorano il ricordo dei nomi: la tecnica facce-nomi;
3) metodi che migliorano il ricordo dei numeri: il sistema numero-consonante.
Messaggio pubblicitario1) Metodi per migliorare il ricordo di singole informazioni
METODO DEI LOCI. È una delle tecniche più conosciute e più antiche, in passato veniva utilizzata per ricordare i discorsi (Yates, 1966), ma è anche impiegata per memorizzare singoli item in sequenza come la lista della spesa o le azioni da compiere durante il giorno (Lorayne e Lucas, 1974). Si procede con la creazione di una sequenza di luoghi (loci), meglio se ben conosciuti (come ad esempio tutti i luoghi che incontro nel tragitto da casa al lavoro). Questa sequenza è fondamentale e, perché la strategia sia utile, deve essere appresa perfettamente, automatizzata. Nella fase di codifica del materiale il primo item da ricordare deve essere associato al primo luogo della lista, il secondo item al secondo luogo e così via. Quando dovrò richiamare il materiale dovrò ripercorrere mentalmente la sequenza di luoghi partendo dal primo, che costituisce il cue (l’aggancio) e che favorirà il ricordo del primo item, e procedendo nello stesso modo fino all’ultimo luogo per ricordare l’ultimo item.
CREAZIONE DI IMMAGINI MENTALI. È un’abilità di codifica di base che richiede meno risorse cognitive rispetto alla tecnica dei loci. Consiste nella formazione di scenari mentali molto vividi per consentire il ricordo dell’informazione.
METODO DEI LINK. Come la tecnica precedente, anche questa richiedere meno dispendio cognitivo e consiste nell’associare ogni item della lista a quello precedente. Questa strategia, insieme a quella delle immagini, può anche essere utilizzata per formare immagini interattive di più item invece di immaginarne uno alla volta (Stigsdotter Neely e Bäckman, 1993b).
PEG-SYSTEM. È simile al metodo dei loci e prevede la memorizzazione di dieci parole di riferimento in rima con i numeri da 1 a 10 (ad esempio 1-pruno, 7-vette o 10-ceci). Ogni item viene associato attraverso immagini interattive a ciascuna parola di riferimento, che costituisce il peg (l’aggancio) per l’item: se ad esempio il primo item da ricordare è “sciarpa” si può immaginare una sciarpa su un pruno e così via. Per ricordare gli item procederò in ordine da 1 a 10 e attraverso il peg recupererò le immagini elaborate.
CATEGORIZZAZIONE. È il metodo più usato nella vita quotidiana e prevede il raggruppamento in categorie specifiche degli item da ricordare. Richiede l’abilità di ristrutturare e classificare gli stimoli in base ai loro elementi caratteristici, costruendo categorie in cui inserirli.
PRENDERE APPUNTI. Probabilmente è la strategia quotidiana più usata ed è il mezzo più ovvio per ricordare singole informazioni, ma non per questo meno efficace. Tecniche interne, come il metodo dei loci, e tecniche esterne, come prendere appunti, sono complementari. In alcune circostanze il prendere nota è preferibile rispetto a metodi interni, ma in altre occasioni è vero il contrario (Intons-Peterson e Fournier, 1986).
2) Metodi per migliorare il ricordo di nomi
I nomi sono elementi difficili da ricordare, in particolare se hanno una natura astratta. Vengono usate molte tecniche per migliorare il ricordo dei nomi (Higbee, 1988), ne esistono di più complesse, come ad esempio quelle che si basano sulla trasformazione delle immagini, e di più semplici. Tra quelle complesse rientrano le mnemotecniche facce-nomi usata da Yesavage (1983), composta da tre fasi:
a) scegliere una caratteristica rilevante del volto;
b) mettere in atto una concreta trasformazione in immagine del nome della persona;
c) formare un’immagine visiva interattiva collegando la trasformazione del nome alla caratteristica facciale prominente.
È un metodo che richiede un notevole dispendio cognitivo, ma esistono anche dei modi per semplificarlo senza comprometterne l’efficacia, come ad esempio usare solo la fase b), privilegiando quindi l’elaborazione del nome e la sua trasformazione in una rappresentazione visiva.
Sempre per diminuire la richiesta di risorse cognitive, si usano sia strategie che elaborano i nomi da ricordare associandoli a conoscenze pregresse, come ad esempio pensare a qualcuno di conosciuto con lo stesso nome, sia la tecnica “spaced retrieval”: si ripete il nome da ricordare aumentando di volta in volta l’intervallo tra una ripetizione e l’altra.
Messaggio pubblicitario3) Metodi per migliorare il ricordo di numeri
Una mnemotecnica tra le più conosciute per ricordare i numeri è il sistema numero-consonante (Higbee, 1988), simile al metodo dei loci. È composto da quattro fasi:
a) memorizzare una serie di coppie cifra-consonante (ad esempio 1=T o D; 5=L; 9=P o B) fino a che non sia super-appresa e automatica;
b) trasformare la stringa di numeri da ricordare in una sequenza di consonanti alla quale unire vocali per formare una parola;
c) memorizzare la parola formata;
d) trasformare la parola nella stringa originale di numeri.
Strategie come questa possono essere utili per codici che non vengono usati ogni giorno, perché quando l’uso è quotidiano il codice viene super-appreso e automatizzato rendendo superflua la necessità di un’elaborazione complessa.
Una delle critiche più frequenti rivolta all’uso delle mnemotecniche più complesse (come il metodo dei loci o quello facce-nomi) si centra sulla difficoltà di applicazione in situazioni quotidiane perché molto articolate, tanto da risultare a volte anche inappropriate; ma è anche vero che l’uso sistematico di queste strategie consente di ottenere in breve tempo miglioramenti nelle performance di memoria.
Bibliografia
- Higbee, K. L. (1988). Your memory: how it works and how to improve it. New York: Paragon House.
- Hill, R. D., Bäckman, L. e Stigsdotter Neely, A. (2000), Cognitive Rehabilitation in Old Age. Oxford: Oxford University Press.
- Intons-Peterson, M. J. e Fournier, J. (1986). External and internal memory aids: when and how often do we use them? Journal of Experimental Psychology: General, 115, 267-280.
- Lorayne, E. E. e Lucas, J. (1974). The memory book. New York: Stein & Day.
- Stigsdotter Neely, A. e Bäckam, L. (1993b). Maintenance of gains following multifactorial and unifactorial memory training in late adulthood. Educational Gerontology, 19, 105-117.
- Yates, F. A. (1966). The art of memory. London: Routledge.
- Yesavage, J. A. (1983). Imagery pretraining and memory training in the elderly. Gerontology, 29, 271-275.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2017/04/mnemotecniche-migliorano-memoria/ (Francesca Soresi)
PESCI ROSSI NELL’ARTE
Da bambina desideravo tanto avere un gatto. Mia madre però non ne voleva sapere assolutamente e così ho dovuto ridimensionare il mio desiderio di un animale domestico dirottandolo su un minuscolo pesce rosso. Il quale pesce rosso, a differenza di qualsiasi gatto, aveva un micidiale istinto suicida che lo portava a balzare fuori dalla vaschetta appena giravo le spalle (avete presente la scena di Amelie?).

Quando il pesce Brodino (questo il nome che gli avevo dato, presagendo evidentemente una brutta fine…) non finiva i suoi giorni spiaccicato sul pavimento, lo trovavo a galleggiare a pancia all’aria, pallido, stecchito.
Insomma non ci sapevo fare, li facevo morire tutti. Non solo: il fatto che i miei compagni avessero cani e gatti e io il pesce rosso mi faceva sentire definitivamente una sfigata.
Ho rivalutato i pesci rossi solo di recente, da quando ho scoperto che nell’Ottocento erano considerati molto chic e si trovavano solo nelle abitazioni di lusso (mentre cani e gatti ce li avevano tutti). Lo testimoniano decine di dipinti con scene di genere che ho prontamente raccolto su Pinterest.

In verità i pesci rossi erano stati introdotti in Europa dall’estremo oriente già nel XVII secolo (negli Stati Uniti invece arriveranno solo nel 1850, diventando subito popolarissimi). Per via della loro livrea luccicante erano considerati simbolo di prosperità e così i pesci rossi divennero un tradizionale dono degli uomini sposati alle loro mogli, in occasione del primo anniversario di matrimonio.

Nei dipinti compaiono sempre dentro una bella boccia sferica di vetro soffiato, molto più bella della mia vaschetta rettangolare di plastica…
Era un oggetto col quale i pittori davano sfoggio di bravura nelle trasparenze e, soprattutto, nei riflessi. Un po’ come lo specchio convesso degli Arnolfini.


Ma quando compare questo soggetto nei dipinti? Il quadro più antico che ho trovato risale al 1765. Si tratta di un compassato ritratto femminile completato dalla boccia dei pesci rossi. Un gatto che cerca di afferrarli aggiunge alla scena ironia e naturalezza.

Il tema del ritratto con pesci nella boccia lascerà rapidamente il posto a scene più spontanee, in cui i personaggi sono intenti ad osservare i pesci. Con lo scorrere delle date è evidente anche un cambiamento stilistico, pur mantenendo lo stesso tema.



L’abbinamento più frequente è quello della donna elegante con boccia di pesci rossi.

Ma non mancano immagini di bambini incantati a guardare il nuoto dei pesci.

Ma forse i più interessati sono gli animali… i gatti, in particolare, si stanno già leccando i baffi!

Ma c’è un artista che, ancora più dei gatti e dei bambini, è rimasto stregato dal placido moto dei pesci nel loro vaso, fino a dedicare loro decine di tele. È Henri Matisse, uno dei pochi artisti del Novecento ad aver dipinto i pesci rossi.

Le altre apparizioni novecentesche dei pesci rossi rompono completamente con la tradizione, come questa geniale scultura in fil di ferro di Alexander Calder del 1929…

… o questo splendido scatto di Herbert List del 1937.

Certo, volendo guardare la vicenda dal lato del pesce non è che se la sia passata bene. Arte o non arte, girare in tondo dentro una palla di vetro non è esattamente la massima aspirazione per un animale. Ma qui vi racconto immagini ed epoche, senza giudizi, con il gusto di scoprire come andava il mondo.
Ah, a proposito… da almeno vent’anni ho sempre avuto un bel po’ di gatti. I pesci rossi saranno anche aristocratici ma preferisco animali più intraprendenti (ehm… si fa per dire).

(Emanuela Pulvirenti)
Cosa è cambiato con l’arrivo del covid?
DIETA MEDIATICA
Per aiutare le famiglie americane a mantenere una dieta mediatica salutare, l’AAP raccomanda a genitori ed educatori di collaborare per stendere un “piano media” (Family Media Use Plan Tool) che tenga in considerazione la salute, l’educazione e il divertimento di tutti i bambini e i componenti della famiglia.
Si parte infatti dal presupposto che i media, se utilizzati in modo appropriato e in linea con i propri valori e stile parentali, possano anche aiutarci nella vita quotidiana.
Al contrario, se utilizzati in modo inappropriato o inconsapevole, possono sostituire rovinosamente occasioni importanti di dialogo, confronto faccia a faccia, gioco all’aria aperta, riposo…
Per questo è stato pensato di mettere a disposizone delle famiglie americane un Media Use Plan , per capire se stanno utilizzando una buona strategia di utilizzo degli schermi con i propri bambini o se è meglio che introducano delle nuove e più salutari abitudini.