Anche se in una 1^ fase la pandemia ha contribuito a farci sentire tutti/e accomunati dallo stesso problema, in questa fase dove le restrizioni vengono gradualmente allentate, emerge la diseguaglianza con cui le risorse, non solo materiali ma anche psicologiche e culturali, sono distribuite nei vari gruppi sociali e a cui le persone possono accedere per rispondere in maniera adattiva e resiliente o meno. Introduciamo il termine resilienza di cui tanto si parla in questo momento. Per resilienza in psicologia intendiamo : la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.
Davanti all’Incertezza e all’ imprevedibilità di questo periodo che ci affaticano da un punto di vista psicologico la resilienza va nutrita e rafforzata. Dobbiamo dire che la comunicazione istituzionale è molto importante che promuova pensieri e comportamenti volti al bene comune (non opportunistici). Va stimolata e facilitata la costruzione di un’immagine di un possibile futuro prossimo e per far questo occorre alimentare la FIDUCIA. Fiducia nelle istituzioni, fiducia nella capacità delle persone di poter mettere in campo risorse per ripartire (Copyng). L’aspetto istituzionale ha un ruolo centrale nel mettere in atto delle misure che ci aiutano a conservare quel senso di unità della prima fase mentre a noi tutti spetta il compito di aderire tutti/e alle regole di comportamento che mirano al bene comune continuando e tenendo nel tempo cioè continuando a rispettarle nel tempo. Questo comporta una fatica fisica e psicoemotiva di cui dobbiamo necessariamente tener conto (mascherine, distanziamento , guanti, ecc).