Eccoci al terzo appuntamento su “come spiegare il coronavirus ai bambini” che il martedì e sabato ci accompagna.
Il comportamento degli adulti è importante: perché non è facile trasmettere tranquillità e sicurezza quando si è a propria volta preoccupati per sé stessi o per la salute di un proprio caro. Un’ansia che, a volte, si può addirittura trasmettere anche senza esserne consapevoli. Per questo gli adulti devono imparare a gestire la propria ansia perché se non siamo in grado di controllare il panico, i nostri figli lo capiscono subito. Serve mettere in campo strategie che abbassano il nostro stress, come concentrarsi sul respiro, o spostare l’attenzione sulle cose che ci aiutano a stare bene, per riuscire a dare spiegazioni semplici e realistiche, ovviamente adattate all’età del bimbo, ma che non devono dare l’impressione di minimizzare il problema o peggio di sembrare ‘onnipotenti’. E’ meglio essere chiari e dire la verità, e cioè che non sempre quello che accade è sotto il nostro controllo. Il messaggio più fondamentale da trasmettere è questo: è un momento difficile, ciascuno deve poter fare il proprio meglio, e bisogna avere fiducia e gratitudine per tutti coloro che stanno lavorando sodo per risolvere il problema, in particolare per chi è nella zona rossa“.
Alla fine, l’obiettivo è far vivere ai bimbi questo periodo di crisi il più possibile con serenità e ottimismo, e trovando nuovi modi per mantenere le relazioni anche a distanza: “Anche per questo non dobbiamo trasmettere ansie ingiustificate, o false illusioni che non esista alcun pericolo, o peggio che il pericolo si annidi su qualsiasi maniglia toccata o stando vicino a una persona cara. Se riusciamo a fare questo, a dare loro la migliore serenità avremo lasciato una traccia che darà loro nuovi strumenti per il futuro”. (Policlinico di Milano – Non abbiate paura) paura)